KOMAKINO
The album's opening song's title Cows & Sheeps, Lambs & Violins sounds exactly as well as what it promises: a bucolic early morning promenade among future beefs and ovines, - plus a violin. A sincerely pastoral vision. You feel like You're there. Watch out watch your feet walking in the grass.
Then it's a three songs suite, with Carlo Barbagallo's enchanting vocals, - resident demiurge - barely folk, nowhere near electric, if not like a last nude light bulb in an abandoned house on the sea side, - and actually You can hear the sea waves breaking on the shore.
Tracks 5 and 6 are free instrumental sound experiments, recording experiment as well, - then it's from track # 7, Remove Me, that a more proper intimate melodic line takes form: melancholic lyrics, acoustic slide guitars, swinging between dry sounds and a final electronic programming of filtered drums.
The following track For Children is a drumless song, where the percussions are the piano notes and those precise beats on a triangle (right?), a severe tone and mood is not far from that savour dear to Black Heart Procession's tempos, - a majestic choral hymn to the broken lives.
Bed is spectral interlude, psychedelic à la early Pink Floyd, - and later You wouldn't expect a country ballad like You That Choose, - i bet Lee Hazlewood would have loved it.
Oaic (reverse for Ciao, - i know You got that) is simply smart and infectious, - and last track, the album's title, Ego God, is a sort of duet between Barbagallo and a speaking mechanic doll. Just kidding.
Anyway, this album is a hidden gem, You can feel it it's been recorded or thought in isolation, - but it's not depressive or emotional, - it's simply indulging with its inside devil, and turns each inner sadness in a different reading key.
La canzone che apre l'album, Cows & Sheeps, Lambs & Violins, suona esattamente come titola: una bucolica passeggiata di primo mattino tra future bistecche e ovini, - più, un violino. Una figura sinceramente pastorale. E a sentirla, sembra quasi di essere lì. Occhio quindi a cosa pestate.
Quindi c'è una suite di tre canzoni, con l'ammaliante voce di Carlo Barbagallo, demiurgo di questo disco, - ai confini del folk, ma lontanamente elettrico, - se non quanto una nuda lampadina in una casa al mare abbandonata, - ed in effetti si possono sentire le onde che s'infrangono sulla riva ad un certo punto.
Le tracce 5 e 6 sono degli esperimenti sonori liberi, e altrettanti sperimentalismi con le registrazioni, - ma poi è dalla successiva Remove Me, che prende forma una più intima linea melodica: testi malinconici, slide su chitarra acustica, un dondolare tra suoni asciutti e delle percussioni filtrate su dei sample.
La successiva For Children è una canzone senza batteria, o meglio, le percussioni sono gestite dalle note di piano e quei precisi colpi su un triangolo (dico bene?), un tono ed umore severo non lontano da quei sapori cari ai tempi dei Black Heart Procession, - un eccellente inno corale dedicato alle vite spezzate.
Bed è un interludio spettrale, una psichedelia alla primi Pink Floyd, - e la seguente ballata country You That Choose si presenta del tutto inattesa, - e scommeterei che a Lee Hazlewood sarebbe piaciuta.
Oaic (reverse per Ciao, ma lo so che ci sareste arrivati anche da soli) è semplicemente furba e contagiosa nella sua fattura, - mentre l'ultima traccia, quella che dà titolo all'album, Ego God, è una sorta di duetto tra Barbagallo e una bambolina meccanica a cui hanno tirato la corda troppo forte. Scherzo.
Cmq sia, questo disco è una delle Sue gemme nascoste (ai più). Si avverte che è stato registrato e pensato soprattutto in solitudine, - ma è lontano da essere emotivamente depressivo, - anzi, indulge con il proprio diavolo interiore, e rilegge ogni tristezza interiore in una differente chiave di lettura.
[email protected]
Till some time «Ego-God» would be a very risky name for any artwork. For the equation «Ego-God» Sufi Mansur Al-Hallaj was executed… Descartes wasn’t blamed for this formula, and it gave him the opportunity to empty the space to insignificant coordinates. It means that today it is all became possible, isn’t it?
However, for the Sicilian artist Barbagallo «Ego-God» is rather a kind of declaration of his future great intentions, than an assertion of subjectivism. In fact, there are many other things in this album except «Ego», and they are nice and expressive of their own accord. And above all is that they form the complete pattern. That’s why you can listen to this album not by separate songs, but as a single whole.
Author landscape is mainly not-urban. The horizon sometimes of the field, sometimes of the sea, sometimes of the room is clearly seen in his scenery. Because of that the most of the compositions inhere certain dreaminess and reverie, and sometimes mature sorrow.
I’m glad to hear a kind of courage in formation of the tunes. They are, as a rule, have unexpected and brilliant conclusions. Relaxedness in making music is referred Barbagallo to Freefolk style. He succeeded, like a skilful sculptor, to cut off “unnecessary material” in the guitar sounding up to everyday or native sounds. I believe that the musician will keep his attachment to the natural sound, does not workaround with the help of modern sophisticated devices.
Of course, there is a close connection with the rock-tradition in Carlo Barbagallo`s works. Pink Floyd of 69-70th often entered my head, and a sense of the tune reminded me Gomez. But it isn’t worthy to get tired by names of those albums «Ego-God» could be similar to. Because it cannot replace the necessity to spend the evening time in the land between «Ego» and «God», and then one more evening.
Oleksandr Ali
WOODSTOCK77
Barbagallo è un musicista siciliano difficilmente etichettabile sotto un semplice genere o addirittura una semplice scena musicale: gli unici rimandi plausibili che a chi scrive vengono in mente sono riferiti al genio Toby Driver, già compositore e musicista cuore di progetti a dir poco stupefacenti come i “The Microphones” o i “Mt. Eerie” che compongono una musica attinente a questa per atmosfere e metodica. Parlando di musica abbiamo a che fare con un blues molto poco canonico e decisamente fuori da ogni schema: voci effettate, chitarre che dipingono melodie oniriche e trasognanti con una accompagnamento ritmico adattissimo alla proposta. La cosa che più stupisce quando si ascoltano alcuni dei suoi lavori è il mood che attraversa nota dopo nota l’intero album. Prendendo in esempio “Grey/Lady” non è possibile non pensare ad un enorme traversata in un deserto in bianco e nero accompagnati soltanto da quel senso di dispersione che la musica riesce magistralmente a trasmettere. Passo dopo passo si attraversano le varie traccie in cui l’album è composto arrivando a stupirsi per la bellezza di alcune melodie (06 04 06 Cloudy Day) su tutte o per alcuni colpi di genio a livello sonoro (il duetto pianoforte/violino in KeyD). Cambiando lavoro cambiano leggermente atmosfere: “Ego-God” parte, esattamente come anticipato dalla descrizione presente su bandcamp con pecore, mucche ed un violino. Atmosfere bucoliche per una passeggiata. L’album ricorda molto i vecchi concept album dell’era progressiva per questa sua originalità e per il piglio con cui l’intera musica viene suonata; si sente palesemente la voglia di sperimentare e di creare qualcosa di nuovo con ottimi risultati. Gli unici difetti riscontrati sono di piccola levatura: i testi non sono niente di eccezionale, semplici e funzionali non aggiungono però niente di veramente nuovo a ciò che l’autore già riesce a proporre con la sua musica ed in secondo luogo alcuni potrebbero considerare difetto quello che forse è il pregio intrinseco della musica di Barbagallo: La tipologia di proposta. La musica di Barbagallo è tutto fuochè semplice e non risulta accessibile ad una buona fetta di ascoltatori per quella magia che un pò è permeata nelle note e nelle atmosfere. Se si riesce a superare questi due piccoli difetti però ci si troverà davanti ad un mondo onirico, fatto di passeggiate inquietanti e di deserti estenuanti; la musica di Barbagallo fà sognare e fà emozionare, risultando fresca ed originale anche dopo numerosi ascolti. Come al solito ci troviamo di fronte ad un artista italiano che non ha niente da invidiare alla scena internazionale per quanto riguarda certe tipologie musicali, è da augurarsi soltanto che venga al più presto accostato a grandi nomi quando si tratterà di definire un determinato genere musicale, quel blues onirico e storto con atmosfere allucinate e con sentore di magia che permea l’aria per ogni secondo passato.
Graziano Salini
The album's opening song's title Cows & Sheeps, Lambs & Violins sounds exactly as well as what it promises: a bucolic early morning promenade among future beefs and ovines, - plus a violin. A sincerely pastoral vision. You feel like You're there. Watch out watch your feet walking in the grass.
Then it's a three songs suite, with Carlo Barbagallo's enchanting vocals, - resident demiurge - barely folk, nowhere near electric, if not like a last nude light bulb in an abandoned house on the sea side, - and actually You can hear the sea waves breaking on the shore.
Tracks 5 and 6 are free instrumental sound experiments, recording experiment as well, - then it's from track # 7, Remove Me, that a more proper intimate melodic line takes form: melancholic lyrics, acoustic slide guitars, swinging between dry sounds and a final electronic programming of filtered drums.
The following track For Children is a drumless song, where the percussions are the piano notes and those precise beats on a triangle (right?), a severe tone and mood is not far from that savour dear to Black Heart Procession's tempos, - a majestic choral hymn to the broken lives.
Bed is spectral interlude, psychedelic à la early Pink Floyd, - and later You wouldn't expect a country ballad like You That Choose, - i bet Lee Hazlewood would have loved it.
Oaic (reverse for Ciao, - i know You got that) is simply smart and infectious, - and last track, the album's title, Ego God, is a sort of duet between Barbagallo and a speaking mechanic doll. Just kidding.
Anyway, this album is a hidden gem, You can feel it it's been recorded or thought in isolation, - but it's not depressive or emotional, - it's simply indulging with its inside devil, and turns each inner sadness in a different reading key.
La canzone che apre l'album, Cows & Sheeps, Lambs & Violins, suona esattamente come titola: una bucolica passeggiata di primo mattino tra future bistecche e ovini, - più, un violino. Una figura sinceramente pastorale. E a sentirla, sembra quasi di essere lì. Occhio quindi a cosa pestate.
Quindi c'è una suite di tre canzoni, con l'ammaliante voce di Carlo Barbagallo, demiurgo di questo disco, - ai confini del folk, ma lontanamente elettrico, - se non quanto una nuda lampadina in una casa al mare abbandonata, - ed in effetti si possono sentire le onde che s'infrangono sulla riva ad un certo punto.
Le tracce 5 e 6 sono degli esperimenti sonori liberi, e altrettanti sperimentalismi con le registrazioni, - ma poi è dalla successiva Remove Me, che prende forma una più intima linea melodica: testi malinconici, slide su chitarra acustica, un dondolare tra suoni asciutti e delle percussioni filtrate su dei sample.
La successiva For Children è una canzone senza batteria, o meglio, le percussioni sono gestite dalle note di piano e quei precisi colpi su un triangolo (dico bene?), un tono ed umore severo non lontano da quei sapori cari ai tempi dei Black Heart Procession, - un eccellente inno corale dedicato alle vite spezzate.
Bed è un interludio spettrale, una psichedelia alla primi Pink Floyd, - e la seguente ballata country You That Choose si presenta del tutto inattesa, - e scommeterei che a Lee Hazlewood sarebbe piaciuta.
Oaic (reverse per Ciao, ma lo so che ci sareste arrivati anche da soli) è semplicemente furba e contagiosa nella sua fattura, - mentre l'ultima traccia, quella che dà titolo all'album, Ego God, è una sorta di duetto tra Barbagallo e una bambolina meccanica a cui hanno tirato la corda troppo forte. Scherzo.
Cmq sia, questo disco è una delle Sue gemme nascoste (ai più). Si avverte che è stato registrato e pensato soprattutto in solitudine, - ma è lontano da essere emotivamente depressivo, - anzi, indulge con il proprio diavolo interiore, e rilegge ogni tristezza interiore in una differente chiave di lettura.
[email protected]
Till some time «Ego-God» would be a very risky name for any artwork. For the equation «Ego-God» Sufi Mansur Al-Hallaj was executed… Descartes wasn’t blamed for this formula, and it gave him the opportunity to empty the space to insignificant coordinates. It means that today it is all became possible, isn’t it?
However, for the Sicilian artist Barbagallo «Ego-God» is rather a kind of declaration of his future great intentions, than an assertion of subjectivism. In fact, there are many other things in this album except «Ego», and they are nice and expressive of their own accord. And above all is that they form the complete pattern. That’s why you can listen to this album not by separate songs, but as a single whole.
Author landscape is mainly not-urban. The horizon sometimes of the field, sometimes of the sea, sometimes of the room is clearly seen in his scenery. Because of that the most of the compositions inhere certain dreaminess and reverie, and sometimes mature sorrow.
I’m glad to hear a kind of courage in formation of the tunes. They are, as a rule, have unexpected and brilliant conclusions. Relaxedness in making music is referred Barbagallo to Freefolk style. He succeeded, like a skilful sculptor, to cut off “unnecessary material” in the guitar sounding up to everyday or native sounds. I believe that the musician will keep his attachment to the natural sound, does not workaround with the help of modern sophisticated devices.
Of course, there is a close connection with the rock-tradition in Carlo Barbagallo`s works. Pink Floyd of 69-70th often entered my head, and a sense of the tune reminded me Gomez. But it isn’t worthy to get tired by names of those albums «Ego-God» could be similar to. Because it cannot replace the necessity to spend the evening time in the land between «Ego» and «God», and then one more evening.
Oleksandr Ali
WOODSTOCK77
Barbagallo è un musicista siciliano difficilmente etichettabile sotto un semplice genere o addirittura una semplice scena musicale: gli unici rimandi plausibili che a chi scrive vengono in mente sono riferiti al genio Toby Driver, già compositore e musicista cuore di progetti a dir poco stupefacenti come i “The Microphones” o i “Mt. Eerie” che compongono una musica attinente a questa per atmosfere e metodica. Parlando di musica abbiamo a che fare con un blues molto poco canonico e decisamente fuori da ogni schema: voci effettate, chitarre che dipingono melodie oniriche e trasognanti con una accompagnamento ritmico adattissimo alla proposta. La cosa che più stupisce quando si ascoltano alcuni dei suoi lavori è il mood che attraversa nota dopo nota l’intero album. Prendendo in esempio “Grey/Lady” non è possibile non pensare ad un enorme traversata in un deserto in bianco e nero accompagnati soltanto da quel senso di dispersione che la musica riesce magistralmente a trasmettere. Passo dopo passo si attraversano le varie traccie in cui l’album è composto arrivando a stupirsi per la bellezza di alcune melodie (06 04 06 Cloudy Day) su tutte o per alcuni colpi di genio a livello sonoro (il duetto pianoforte/violino in KeyD). Cambiando lavoro cambiano leggermente atmosfere: “Ego-God” parte, esattamente come anticipato dalla descrizione presente su bandcamp con pecore, mucche ed un violino. Atmosfere bucoliche per una passeggiata. L’album ricorda molto i vecchi concept album dell’era progressiva per questa sua originalità e per il piglio con cui l’intera musica viene suonata; si sente palesemente la voglia di sperimentare e di creare qualcosa di nuovo con ottimi risultati. Gli unici difetti riscontrati sono di piccola levatura: i testi non sono niente di eccezionale, semplici e funzionali non aggiungono però niente di veramente nuovo a ciò che l’autore già riesce a proporre con la sua musica ed in secondo luogo alcuni potrebbero considerare difetto quello che forse è il pregio intrinseco della musica di Barbagallo: La tipologia di proposta. La musica di Barbagallo è tutto fuochè semplice e non risulta accessibile ad una buona fetta di ascoltatori per quella magia che un pò è permeata nelle note e nelle atmosfere. Se si riesce a superare questi due piccoli difetti però ci si troverà davanti ad un mondo onirico, fatto di passeggiate inquietanti e di deserti estenuanti; la musica di Barbagallo fà sognare e fà emozionare, risultando fresca ed originale anche dopo numerosi ascolti. Come al solito ci troviamo di fronte ad un artista italiano che non ha niente da invidiare alla scena internazionale per quanto riguarda certe tipologie musicali, è da augurarsi soltanto che venga al più presto accostato a grandi nomi quando si tratterà di definire un determinato genere musicale, quel blues onirico e storto con atmosfere allucinate e con sentore di magia che permea l’aria per ogni secondo passato.
Graziano Salini